Diventare sottotitolatore: tradurre film scrivendo sottotitoli
In un mercato del lavoro che frequentemente attraversa periodi ciclici di crisi, vi sono alcune professioni che non ne risentono più di tanto.
La loro richiesta è sempre alta. Fra queste, vi è di sicuro il sottotitolatore.
Gli spettatori guardano sempre più frequentemente film e serie TV nella lingua originale, ancor prima che facciano il debutto nel Paese in cui risiedono. Dato che la padronanza della lingua straniera, per quanto possa essere buona, nella maggior parte dei casi non è perfetta, gli spettatori si aiutano con i sottotitoli.
Ma cosa fa in concreto un sottotitolatore? Come si accede alla professione del sottotitolaggio? Nel suddetto articolo, ci occupiamo di rispondere ai seguenti quesiti, approfondendo la sua figura.
Cosa fa un sottotitolatore?
Questa figura professionale, nota anche come mediatore linguistico, si occupa di tradurre il film, inserendo i sottotitoli. Essere un ottimo traduttore, requisito imprescindibile per ricoprire questo ruolo, non è sufficiente.
Il sottotitolatore deve essere anche un eccellente adattatore, vale a dire sintetizzare in maniera efficace i dialoghi degli attori, rendendoli semplici e diretti agli occhi del pubblico di riferimento.
E questo lo si può fare solamente se si possiede un’alta dimestichezza nell’utilizzo della propria lingua madre. Il ritmo dei dialoghi deve tenere conto per forza di cose dei cambi di scena e dei tagli.
Il bello di questo lavoro è che la traduzione realizzata può essere utilizzata per ogni media audiovisivo, da internet (oggi sempre più in uso) ai film, dai video ai DVD.
Inoltre, non occorre dimenticare gli eventi live, come seminari e conferenze, e le esibizioni dal vivo, come opera e teatro.
Come si diventa sottotitolatore?
Precisiamo a priori che non esiste un percorso di studi ufficiale per intraprendere questa professione. La padronanza perfetta di una lingua o meglio l’essere bilingue e un percorso di studi in mediazione linguistica sono di sicuro propedeutici per affermarsi in questo campo.
Dopodiché, la competenza nell’utilizzo di programmi per il sottotitolaggio si rivela assai utile. Nell’era di internet, lavorare a stretto contatto con i siti focalizzati sull’argomento, può essere un’ottima scelta in fase iniziale per “farsi le ossa”. La classica gavetta, anche in una professione come quella del sottotitolatore, ha sempre la sua utilità.
Per affinare le competenze, oggigiorno è possibile frequentare un master o un corso per diventare adattatore per il sottotitolaggio o traduttore per il doppiaggio.
Come è inquadrato in linea di massima il sottotitolatore?
La maggior parte dei professionisti che opera nella traduzione di film e serie tv è inquadrata come libero professionista. La cosa chiaramente ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Il lavoro, spesso, è irregolare. Le entrate dipendono inevitabilmente dal numero di clienti con cui si lavora.
Prospettive di fare carriera
Come per molti lavori, anche nel caso del sottotitolatore si registra una connessione tra carriera ed esperienza. Spesso, i più abili traduttori audiovisivi assistono in tempo reale alle riprese del film, interagendo con gli attori e con i doppiatori. In questo modo, il lavoro di adattamento del testo è ancora più preciso.
Difficoltà
Non mancano le difficoltà in questa professione. Può capitare di andare incontro a ritardi nel pagamento, come accade per molti liberi professionisti.
Altre volte il programma per l’inserimento dei sottotitoli fa le bizze e non si apre.
In altre occasioni, il lavoro di trasposizione linguistica necessita di tempo ulteriore, perché carpire le sfumature del parlato è cosa sempre complessa.
E questo, soprattutto a chi padroneggia una o più lingue straniere, è cosa ampiamente nota.
Ritmo e spazio
Due punti su cui il lavoro del sottotitolatore deve focalizzarsi sono il ritmo e lo spazio. Nello specifico, come già anticipato, per ciò che concerne il ritmo, il sottotitolatore è tenuto a rispettarlo in maniera ligia, visto che, in caso contrario, il ritardo non solo rende difficile la lettura allo spettatore, ma ne comporta una perdita non indifferente di informazioni.
Capitolo spazio: il quantitativo disponibile per la traduzione è limitato. Ergo, l’adattamento del testo allo spazio disponibile sullo schermo è un requisito fondamentale: occorre essere sintetici, tenendo conto delle dimensioni dello schermo e del tipo di evento a cui si lavora.
Solo in questo modo, lo spettatore non perde informazioni che possono rilevarsi salienti nel corso del prosieguo delle vicende: 35 caratteri, inclusi spazi e segni speciali. Il che vuol dire con due righe, massimo 70 caratteri.
Conclusioni
Desideri intraprendere questa professione? In bocca al lupo! Le opportunità di lavoro non mancano di certo. Sta a te andare alla caccia di clienti.