Sex work: cos’è e come è regolamentato

lavoro adult italia come regolamentato

Il sesso come lavoro, un argomento molto complesso ma allo stesso tempo delicato, che spesso risente di pregiudizi basati su luoghi comuni. Questo perché parlare di questo argomento significa anche affrontare dei giudizi stereotipati che spesso non hanno sfumature. Ecco perché sarebbe importante eliminare ogni tipo di semplificazione, in modo da poter decostruirle nell’affrontare un argomento che colpisce in primo luogo le persone che lavorano in questo contesto. In ogni caso, per riuscire ad eliminare questi stereotipi, bisogna avere tutte le informazioni possibili per conoscere esattamente che cos’è il sex work, che può essere tradotto come lavoro sessuale.

Alcune forme di sex work

Nel dibattito attuale sul sex work, spesso si associa questa forma di lavoro al settore dell’intrattenimento per adulti, con particolare enfasi sui servizi online come OnlyFans. Tuttavia, è importante ampliare la prospettiva e considerare che il concetto di sex work può estendersi oltre la prestazione di servizi sessuali. Ad esempio, anche i creatori di contenuti che non implicano atti sessuali diretti, ma che comunque riguardano tematiche legate all’erotismo o all’intimità – vedi, per esempio, i racconti erotici da donna disponibili su siti come Ninalove.it – in una visione più ampia possono essere tranquillamente inclusi nella definizione di sex worker.

Come già si è detto, spesso si rimane vittime di pregiudizi e di giudizi stereotipati che non fanno certo bene ad avere una chiara comprensione di questo ambito. Per questo è importante sapere che cosa sia esattamente il sex work.

Che cos’è il sex work

All’interno di questa espressione si collocano diverse attività. A differenza di alcuni pregiudizi, secondo i quali il sex work corrisponde meramente alla prostituzione, il sex work, invece, comprende tutte quelle occupazioni che sono legate all’industria della sessualità. Naturalmente si tratta di occupazioni retribuite. Considerato da questo punto di vista, il significato di sex work diventa più inclusivo e certamente perde alcuni degli stigmi di cui a volte è vittima.

Il mercato del sesso è molto ricco di sfaccettature. Il termine sex worker è in grado di ridare una certa professionalità a lavori che sono spesso condannati senza conoscerne l’essenza, perché considerati degradanti.

Chi sono un o una sex worker

Un lavoratore o una lavoratrice del sesso sono rappresentati da degli adulti che vengono retribuiti per offrire servizi sessuali o performance erotiche basati sul consenso. Le loro performance vengono offerte offline, ma anche online, e possono essere regolari oppure anche occasionali.

Gli esperti, che guardano a questo contesto in primo piano, tengono a chiarire che ciò che è venduto non è il corpo del sex worker, ma un servizio. Alcuni spiegano chiaramente che il nostro corpo viene usato per qualsiasi lavoro. Ma usare il proprio corpo è qualcosa di completamente diverso dal venderlo. Infatti il sex worker, come fanno notare coloro che sono inseriti in questo contesto, è capace di stabilire dei limiti ben precisi e non è affatto un oggetto che rimane in balia di chi usufruisce del servizio.

Tutto si basa su un servizio concordato, che può essere limitato anche nel tempo. Proprio per questo motivo chi compra la prestazione non ha un accesso incondizionato al corpo. Se venissero oltrepassati questi confini, non si tratterebbe più di sex work, ma di violenza.

La regolamentazione

A regolamentare inizialmente il mercato del sesso in Italia è stata la legge Merlin, nel 1958, che ha determinato la chiusura delle case di tolleranza. Oggi assistiamo soprattutto ad un decentramento del sex work verso le periferie. Per un modello abolizionista, spesso i lavoratori del sesso si trovano a mettere a disposizione i loro servizi in ambienti poco sicuri. Il lavoro sessuale non è vietato il Codice Penale, ma sono naturalmente vietate alcune prestazioni collaterali, come sfruttamento e adescamento.

Il modello di regolamentazione che è stato introdotto nel nostro Paese, secondo gli esperti, appare piuttosto ambiguo e, secondo alcuni, non fa nulla per tutelare il sex work. Proprio per questo motivo, a chi lo svolge spesso non vengono riconosciuti alcuni diritti fondamentali.

Ci sono anche ong, come Human Rights Watch e Amnesty International, che ritengono che non si debbano adottare legislazioni restrittive e punitive, perché esse sono alla base della discriminazione e della stigmatizzazione. Infatti lo stigma sociale è una delle conseguenze più orribili che riguarda proprio chi agisce lavorando in quest’ambito.

Potrebbero interessarti anche...